Zona di castellieri fin dall’età del bronzo, l’insediamento acquisisce consistenza in epoca romana tra il I e il II secolo a.C..
La fondazione della colonia di Aquileia, nel 181 a.C., rese strategica la posizione come crocevia per mercanti e soldati della Res Publica. L’antico toponimo Quadruvium (poi Quadrupio) deriverebbe dalle quattro contrade principali (quadrivio) che qui convergevano dall’incontro di due importanti strade romane: la Postumia, che collegava Aquileia a Genova, e la cosiddetta “Iulia Augusta”, che da Mestre portava verso il Norico (Germania), confluendo ad Udine sull’omonimo ramo Udine-Grado. Codroipo fu pagus all’interno della municipalità di Aquileia fino alla sua caduta per mano di Attila nel 452. Altre strade erano la Via Annietta da Concordia a Gemona e la Via Crescenzia da Majano a Lignano Sabbiadoro
Con la caduta dell’Impero romano d’Occidente, Codroipo e il resto del Friuli furono soggetti alle invasioni barbariche, fino alla dominazione longobarda tra i secoli VI e VII. In questo periodo una parziale ripresa delle attività commerciali fu favorita dall’ubicazione del comune lungo l’unica strada che collegava la capitale del regno longobardo Pavia, con la capitale del Ducato del Friuli, la città di Cividale (l’antica Forum Iulii romana).
Ai longobardi succedettero i franchi, con l’inquadramento della nuova Marca del Friuli nel Regnum Italicorum nel 781. Nella prima metà del X secolo, le devastanti invasioni degli ungari, che razziarono e decimarono la popolazione valsero alla pianura veneto-friulana l’appellativo di vastata Hungarorum tale fu la violenza con cui si abbatté l’orda sui territori mal difesi dai franchi. Il 28 aprile 1001, l’imperatore Ottone III concesse buona parte del Friuli, incluso Codroipo, a Giovanni, Patriarca di Aquileia. Il periodo patriarcale segna l’inizio di una ripresa economica e demografica, stimolata dall’insediamento di coloni dalle terre di confine ad est del Patriarcato. Tuttavia l’importanza strategica di Codroipo come avamposto militare, impedisce il costituirsi di un libero comune, rimanendo così feudo patriarcale sotto il comando di un gastaldo imperiale, titolo concesso ai casato Savorgnan.
Sconfitto il Patriarcato, la Serenissima Repubblica Venezia, acquisisce la maggior parte del Friuli, nel 1420. Verso la fine del XV secolo e l’inizio del XVI, Codroipo fu prima ceduta dal conte goriziano Leonardo, investito dal Patriarcato di Aquileia, all’imperatore d’Austria e poi da quest’ultimo lasciata a Venezia. Nel 1797, ebbe luogo in quest’area la Battaglia di Valvasone (1797), tra le truppe asburgiche e quelle napoleoniche, e che vide la vittoria dell’Armée e la temporanea annessione della Repubblica veneta alla Francia. Numerose sono in questo periodo le spoliazioni e le requisizioni ad opera dei due eserciti, in particolar modo, quelli dei francesi vittoriosi sugli austriaci.
Impossessatosi degli alloggi del Doge a Villa Manin, Napoleone vittorioso ne fece il suo quartier generale fino alla sigla del trattato di Campoformio, che sancì la fine della plurisecolare Repubblica di Venezia, ceduta all’Austria insieme al Friuli. Nel 1860 fu aperta la linea ferroviaria tra Mestre e Udine, in cui Codroipo fu la prima stazione a sinistra del Tagliamento. L’annessione, nel 1866, al Regno d’Italia, segnata da ingenti danni alle vie di comunicazione messi in atto dagli austriaci in ritirata.
Nel periodo bellico tra il 1914 e il 1917, Codroipo diventa uno snodo logistico di primaria importanza per il Regio Esercito grazie al vicino Ponte della Delizia, che permette il passaggio del fiume Tagliamento. Drammatici gli eventi successivi alla rotta di Caporetto, il 27 ottobre 1917. Nel disordine della ritirata delle truppe italiane si aggiungono i civili in fuga dall’occupazione austriaca. La Battaglia di Codroipo, vide contrapposti effettivi della Brigata Sassari e di altri reparti del Regio Esercito a preponderanti forze austro-tedesche, nel tentativo di evacuare il possibile attraverso il ponte, prima della sua distruzione. L’occupazione austriaca fino al novembre successivo sottopose la popolazione locale ad ulteriori sofferenze aggravate da vessazioni, requisizioni e dalla fame. Il 4 novembre 1918 fu liberata da truppe americane del 332nd Infantry Regiment.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, è bersagliata a causa della presenza della fabbrica di munizioni Mangiarotti. Particolarmente pesante il bombardamento del 12 ottobre 1944 che colpisce un convoglio ferroviario carico di esplosivo.